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Le vecchie diapo

Mi sono messo in testa di scannerizzare (passatemi questo verbo italianizzato, ma accettato anche dall’Accademia della Crusca) tutte le vecchie diapositive scattate prima dell’avvento del digitale!
Che bella idea, vero? Peccato che capire quale sia il modo migliore per farlo non è stato per niente semplice: è per questo che provo a riassumere qui quello che ho capito, sperando possa essere utile a tutti quelli che, con grande pazienza, avranno voglia di cimentarsi in questa impresa. Partiamo dall’obiettivo da raggiungere: digitalizzare diapositive al fine di poterle utilizzare con iPhoto per modificarle, vederle a schermo e creare album (eventualmente stamparle), caricarle sull’iPod e poterle visualizzare su qualsiasi dispositivo video, pubblicarle sul nostro sito internet.

Primo passo: lo scanner.
Quale modello? Io, dopo una piccola ricerca, ho scelto l’economico ma funzionale Epson 3490 Photo. E’ uno scanner piano dall’utilizzo davvero semplice, compatibile sia con Mac Os X (10.2.7 o successivi) che con Windows. Grazie alla veloce interfaccia USB 2.o Hi-Speed, alla risoluzione ottica di 3200 dpi, alla profondità di colore di 48 bit e al lettore di negativi/positivi incorporato nel coperchio è risultato il modello ideale non solo per la digitalizzazione delle diapo, ma anche per le normali scansioni di documenti, fotografie, ecc. Non vi nascondo che in commercio esistono modelli molto più professionali di questo e specializzati nella scansione di positivi/negativi (vedi i modelli della serie Nikon Coolscan LS, eccezionali veramente, ma totalmente fuori budget!). Personalmente, sono rimasto piacevolmente stupito dalla buona qualità ottenuta dalle prime scansioni fatte con il mio Epson e rimango convinto che, come in tutti gli acquisti tecnologici, è sempre bene proporzionare la spesa da sostenere con il reale utilizzo che dovremo fare dell’oggetto.

Secondo passo: le impostazioni per la digitalizzazione.
Dopo aver capito in che modo posizionare le diapo nel caricatore (con la parte nera rivolta verso l’alto) ho iniziato a studiare, è proprio il caso di dirlo, il software EpsonScan per ottenere una buona qualità della scansione, unitamente a dimensioni delle immagini utilizzabili per i miei scopi sopra descritti e un impiego delle risorse del computer (spazio su hard disk in particolare) non eccessivo.
Tutto questo l’ho ottenuto utilizzando la massima risoluzione ottica del mio scanner (3200 dpi), attenzione a non farsi illudere dalla possibilità che offre il software dello scanner di arrivare fino a 12000 dpi: questa risoluzione è interpolata, ovvero i pixel mancanti sono calcolati e aggiunti esclusivamente via software. L’interpolazione non migliora la qualità dell’immagine, ma ne aumenta soltanto le dimensioni.
Per quanto riguarda le dimensioni dell’immagine ho deciso di lasciarle impostate su ORIGINALE (una dia è 24×36).
Venendo ai bit, ho scelto di impostare il valore relativo alla profondità di colore a 24 bit, consapevole che a 48 avrei sicuramente acquisito maggiori informazioni occupando più spazio sull’hard disk (ma a che pro? per l’utilizzo che ne devo fare non mi sembrava giustificato, anche se, lo ammetto, non ho approfondito bene la questione….).
Per ultimo, ho dovuto diminuire il valore del blu di ogni singola scansione di almeno 25/30 punti in quanto, dopo svariati tentativi, ho appurato che è il modo migliore per ottenere una gamma di colori nell’immagine il più simile possibile all’originale. Per fare questo bisogna selezionare l’anteprima di ogni singola diapo e impostare il valore relativo alla gradazione dei colori. Ho cercato di impostare questo valore come predefinito ma, ad oggi, non mi pare che EpsonScan l’abbia ancora capito. Non so dirvi se questo è un difetto dello scanner o del software, ma vi assicuro che, modificando il valore del blu, l’immagine è molto più fedele alla realtà.

Ultimi passi: acquisizione e salvataggio.
Tutti consigliano di salvare le scansioni in TIFF, formato molto diffuso che non comprime le immagini. Io ho scelto di salvare le mie diapo direttamente in JPEG, formato che, pagando il prezzo di una piccola riduzione nella qualità, permette di ridurre moltissimo le dimensioni che l’immagine occupa sull’hard disk. In più, non devo convertire da TIFF a JPEG ogni volta che voglio pubblicare un’immagine sul sito o inviarla per posta elettronica a qualche amico.

Bene, sono giunto alla fine di questo piccolo tutorial che spero possa essere utile a qualcuno che come me ha deciso di passare le prossime 1000 serate in casa a scansionare l’archivio delle vecchie diapo… state tranquilli, me la prenderò con tutta la calma del mondo e procederò a un ritmo di un rullino a sera una volta ogni settimana (o due)… facendo un rapido calcolo potrei finire anche tra qualche anno!!! Mi raccomando, condite queste sere con un po’ di buona musica e un bicchiere di buon vino… è molto meno noioso!

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