E’ notizia di questi giorni che negli USA la Federal Communications Commission (FCC) ha deciso di riscrivere la definizione di banda larga: da oggi solo le connessioni sopra i 25 Mbps in download e sopra i 3 Mbps in upload possono essere considerate a band larga.
Tale nuova definizione supera abbondantemente la precedente che stabiliva che la connessione internet poteva essere considerata a banda larga se superava i 4 Mbps in download e 1 Mbps in upload.
Dice Tom Wheeler, Commissario della FCC:
“When 80 percent of Americans can access 25-3, that’s a standard. We have a problem that 20 percent can’t. We have a responsibility to that 20 percent”
e aggiunge il Commissario Mignon Clyburn:
“As customers adopt and demand more from their platforms and devices, the need for broadband will increase, requiring robust networks to be in place in order to keep up. What is crystal clear to me is that the broadband speeds of yesteryear are woefully inadequate today and beyond.”
Mi voglio soffermare sulle ultime parole del Commissario Mignon Clyburn che ho evidenziato perché secondo me, trovandomi spesso a parlare di questo argomento, quello che non è sufficientemente chiaro ai nostri amministratori e anche a chi offre questi servizi è proprio che quello che a me è invece è decisamente chiaro da molto tempo: le velocità della banda larga di un tempo sono del tutto inadeguate oggi, e lo saranno ancor di più in futuro.
Oggi a Montese, dove vivo e lavoro, l’operatore Acantho offre connessioni fino a 3 Mbps in download e circa 2 Mbps in upload (loro la vendono come sincrona, ma proprio sincrona non è, anche se 2 Mbps in upload non sono per niente male). L’altro operatore attivo sul territorio è WiFi Division che offre connessioni fino a 6 Mbps in download e 2 Mbps in upload (a richiesta offre anche la possibilità di avere connessioni più performanti fino a 10 Mbps ma a prezzi che difficilmente un privato o una piccola azienda sono disposti a spendere).
Come vedete siamo ben lontani dai 25 Mbps che da oggi definiscono lo standard delle connessioni a banda larga e anche quando arriverà l’adsl (sì, perché ormai arriverà visto che in centrale Telecom la fibra l’hanno già portata da qualche mese) la situazione non migliorerà di tanto nel senso che non saranno i 7 Mbps in download con 1 Mbps in upload di Alice a portarci la tanto attesa banda larga che rimarrà ancora un lontano miraggio.
Eppure credo sia lampante a tutti quelli che utilizzano internet, per lavoro o per divertimento non fa differenza, quanto ci sia veramente bisogno di banda larga, qui nelle nostre montagne, ma anche nelle città e in tutti i paesi della provincia italiana. Ormai qualsiasi dispositivo elettronico si collega ad internet, dai decoder della tv a tutti i dispositivi mobili, i tablet, i termostati, gli elettrodomestici, i sistemi di videosorveglianza e chi più ne ha più ne metta. Tutti li vogliamo utilizzare e per farlo, non c’è niente da fare, abbiamo bisogno di banda, molta di più di quella che c’è attualmente offerta e che paghiamo comunque profumatamente ogni mese ad operatori che ormai da anni offrono lo stesso servizio con la stessa quantità di banda che è bloccata a quella soglia che, come abbiamo capito, è ben lontana da ciò che si definisce banda larga.
E’ inutile negarlo, siamo molto indietro. E’ possibile recuperare, ma per farlo ci vuole, oltre agli investimenti, un po’ più di lungimiranza e competenza da parte di chi attua tali scelte che possono rivelarsi strategiche per un territorio.
Anche in questo l’Italia deve ripartire, speriamo che il 2015 sia l’anno buono.
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